La storia di Nike

Francesco Ventrella
5 min readJul 31, 2019

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Questo articolo è apparso per la prima volta su GQ Italia il 26/01/2018

Come nasce un brand di successo? Talvolta per caso, talvolta per l’insieme di tanti fattori precisi e studiati a tavolino, ma quasi sempre dall’intuizione e dalla visione di una persona, che viene poi portata avanti nel tempo e diventa la filosofia di una società. Nike è uno dei marchi più famosi al mondo, tanto nel campo dell’abbigliamento e degli accessori sportivi quanto nello streetwear. Ma quando nasce, perché riesce a diventare così popolare in tanti ambiti e, soprattutto, cosa significa il suo famoso logo che campeggia oggi su scarpe, felpe, t-shirt e pantaloni di mezzo mondo?

Per rispondere a queste domande riportiamo le lancette del tempo indietro, più precisamente al 1962.

La nascita di Nike Inc.Phil Knight, uno studente della facoltà di Economia della Oregon University, si accorge grazie ad un’analisi di mercato che in quegli anni c’è stato un boom nel mercato statunitense di prodotti nipponici, prevalentemente in ambiti legati alle nuove tecnologie e alle scarpe d’atletica.

Così, intuendo le potenzialità di quest’ultimo segmento di mercato, decide di parlarne al suo allenatore, Bill Bowerman, e insieme, il 25 gennaio 1964, fondano la Blue Ribbon Sports, società che commercializza negli USA le calzature sportive prodotte dalla giapponese Onitsuka Tiger (Asics Corportation dal 1977 in poi). Il successo dell’operazione è tale da spingere i due a investire maggiormente sul progetto e creare un proprio marchio, che sarà proprio Nike e nascerà ufficialmente il 30 maggio 1971 a Beaverton, Oregon.

Phil Knight, co-fondatore di Nike
Bill Bowerman, co-fondatore di Nike

L’origine del nome e del logoLa genialità di Knight e Bowerman sta nell’essere stati tra i primi a intercettare un segmento di mercato ancora scoperto negli Stati Uniti, ma al di là dei prodotti in sè, ciò che ha fatto la fortuna di Nike e che l’ha reso un marchio famoso e riconoscibile in tutto il mondo è il binomio di nome e logo.

Il nome è letteralmente l’adattamento di quello della Dea della mitologia greca νίκη, personificazione della vittoria, spesso affigurata come una trionfante donna con le ali, da cui deriva l’appellativo di Vittoria Alata. La scelta di questo nome è stata quasi una dichiarazione d’intenti, visto che la società si è legata a grandi squadre e atleti, riuscendo a rivoluzionare l’idea stessa di sport, trasformandolo in uno status symbol, in uno stile di vita.

L’iconico logo dunque, noto anche come “Swoosh”, è proprio un richiamo a una delle ali della Dea, alla famosa Nike di Samotracia, precisamente al movimento curvo della celebre scultura.

Disegno originale dello “Swoosh” di Carolyn Davidson

Il logo venne creato su richiesta esplicita di Knight da una studentessa del corso di grafica della Portland State University, Carolyn Davidson, che lavorò al progetto per due dollari l’ora e cedette il logo per soli 35$. In seguito però la Davidson riceverà grazie a Knight moltissimi riconoscimenti e numerose azioni dell’azienda, per aver creato un simbolo ormai dal valore inestimabile per lo sport e la moda.

La consacrazione del brand

Non sarebbero però bastati né solo un’idea geniale né il miglior logo del mondo a rendere Nike il fenomeno culturale che è diventato oggi, la chiave di volta era legarsi ad atleti di fama internazionale e la prima grande sponsorizzazione arrivò nel 1978 con il tennista John McEnroe.

La società inizia a crescere in modo esponenziale e opera un restyling del sistema produttivo, espandendosi anche fuori dagli Stati Uniti, e nel 1979 brevetta il sistema di ammortizzazione noto come Nike-Air, tecnologia che in seguito verrà impiegata per l’intera produzione di calzature (vi dice niente Air Max?) e che portò la società già nel 1979 a coprire praticamente il 50% nel settore delle scarpe da corsa, con un fatturato di oltre 150 milioni di dollari.

L’anno successivo Nike viene quotata in borsa con due milioni di azioni ordinarie come offerta al pubblico e continua a crescere, oltre che economicamente, anche in termini di prestigio grazie alla collaborazione con atleti quali Carl Lewis e Joan Benoit, ma soprattutto grazie al lancio nel 1985 delle Air Jordan, primo modello pensato in collaborazione con Michael Jordan, icona dell’NBA a livello mondiale.

John McEnroe veste Nike nel 1978

Nel 1988 Nike supera il miliardo di ricavi ed inaugura la campagna pubblicitaria “Just Do It”, che ancora oggi rimane lo slogan della società. Negli anni ’90 ormai Nike aveva consolidato lo status di maggior produttore d’abbigliamento sportivo degli Stati Uniti, dopo Jordan contava tra le proprie fila anche Agassi e altri atleti in tantissime discipline, ma anche interi club sportivi e persino la nazionale di calcio brasiliana con Ronaldo.

Dopo il 2000 la società è diventata trasversalmente presente anche nello streetwear non legato necessariamente agli sport tradizionali, lo dimostrano l’enorme successo della linea Nike SB e altre operazioni come le Air Force One di Nelly del 2002 o le Air Yeezy I e II in collaborazione con Kanye West del 2009. Nel 2016 Nike ha lanciato anche le HyperAdapt 1.0, scarpe con auto-allacciatura (ispirata alle Nike Mag di Ritorno al Futuro) che segnano anche un importante progresso tecnologico nel settore delle calzature.

Le famose Nike Air Max di Ritorno al Futuro

La società è stata in grado di capitalizzare sulla propria reputazione spostandosi anche verso la fascia alta del mercato e le nuove categorie. Incentiva l’attività fisica e il jogging anche tramite diverse App e altri programmi dedicati, oltre che tramite la collaborazione con Apple per gli Apple Watch Nike +.

Oggi Nike è uno dei marchi più importanti del mondo, che permea a tutto tondo non solo le discipline sportive ma anche la moda, la musica e la tecnologia. Conta 62.600 dipendenti in tutto il mondo e un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari, e tutto questo è stato possibile grazie all’intuizione del giovane Knight e del suo allenatore Bowerman, che probabilmente non avevano idea di cosa sarebbe diventata Nike quando si sono seduti a un tavolo dicendosi “Just Do It”.

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